Ci spiace per l'audio che, in alcuni casi, è molto disturbato a causa del chiacchiericcio in sottofondo.
lunedì 17 giugno 2013
VIDEO INTEGRALI CONVEGNO
Pubblichiamo i video, integrali, della prima giornata del Convegno: Armi, Guerre, Territorio, svoltosi l'1 e 2 giugno scorsi, a Venegono Superiore.
Ci spiace per l'audio che, in alcuni casi, è molto disturbato a causa del chiacchiericcio in sottofondo.
Ci spiace per l'audio che, in alcuni casi, è molto disturbato a causa del chiacchiericcio in sottofondo.
venerdì 14 giugno 2013
ARTICOLI CARTACEI
Pubblichiamo due articoli apparsi sui quotidiani locali di Varese e Provincia. Per visualizzarli a dimensioni originali, cliccate sull'immagine.
Articolo pubblicato su "La settimana di Saronno"
Articolo pubblicato su "La Provincia di Varese"
Articolo pubblicato su "La settimana di Saronno"
Articolo pubblicato su "La Provincia di Varese"
giovedì 13 giugno 2013
VIDEO del CONVEGNO: "ARMI, GUERRE, TERRITORIO"
Pubblichiamo alcuni video con gli interventi dei vari relatori che hanno parlato al convegno dell'1 e 2 giugno, davanti a più di 200 pacifisti arrivati da tutta Italia!
Ci spiace per l'audio che, in alcuni casi, è molto disturbato a causa del chiacchiericcio in sottofondo.
Ci spiace per l'audio che, in alcuni casi, è molto disturbato a causa del chiacchiericcio in sottofondo.
Intervento di Alex Zanotelli:
Intervento di Manlio Dinucci:
(1°parte)
(2° parte)
https://www.youtube.com/watch?v=Hz7XWDBw5n4
Intervento di Ugo Giannangeli:
Intervento di Rossana De Simone:
Intervento di Giorgio Cremaschi:
Intervento di Monica Zoppè e Giorgio Beretta:
Intervento di Marinella Correggia:
https://www.youtube.com/watch?v=HHoKCIivDpM
Intervento di Angelo Baracca:
Intervento di Carlo Remeny:
Intervento di Nanni Salio:
sabato 8 giugno 2013
articolo di Marinella Correggia per "il manifesto"
Nasce dal basso in
Italia un Forum contro la guerra le armi e le basi militari
Pubblicato il 7 giu 2013
di Marinella Correggia -
Un «Forum nazionale permanente contro la guerra» è nato lo scorso weekend dal convegno «Armi, guerre, territorio» organizzato dal Movimento No F35 di Novara e dal Comitato di Varese No-M346 a Venegono superiore (Varese). Presso una casa dei Padri comboniani, sulla collina che sovrasta la «fabbrica di morte» Alenia-Aermacchi-Finmeccanica, si sono ritrovate duecento persone, soprattutto di comitati nati intorno alle basi e alle aree di produzioni belliche.
Il Forum – che intanto si dota di un blog (http://forumnoguerra.blogspot.it/ ) –
vorrà essere uno strumento di coordinamento, incontro e mutuo aiuto fra tutte
le realtà che si battono per «l’edificio della pace, annientato dall’idea di
guerra permanente affermatasi negli ultimi decenni», ha spiegato nella sua
introduzione Elio Pagani, già obiettore di coscienza alla produzione bellica
alla fine degli anni 1980.
Alex Zanotelli (che aveva caldeggiato l’idea di un Forum nazionale il 13 ottobre 2012 durante una manifestazione davanti all’aeroporto/fabbrica d’armi Alenia Aermacchi Finmeccanica, contro la vendita dei velivoli M346 a Israele ) ha gridato la follia delle spese militari: 26 miliardi di euro in Italia nel 2012. Altri esperti (fra questi Manlio Dinucci, Antonio Mazzeo, Angelo Baracca, Rossana De Simone, Giorgio Beretta, Carlo Remeny, Nanni Salio) si sono soffermati sui lineamenti del complesso militar-industriale-economico-tecnologico-mediatico italiano ed europeo e sulle
guerre che ne derivano (ultimamente nel silenzio dei pacifisti…).
L’avvocato penalista Ugo Giannangeli ha denunciato la scomparsa del diritto internazionale come strumento regolatore dei conflitti, con l’impotenza o la faziosità dei vari Tribunali penali internazionali.
I Comitati contro le basi militari hanno messo a confronto tattiche e strumenti, essenzialmente tre: coinvolgimento della cittadinanza, azioni dirette nonviolente sul campo, ricorsi legali. Il Comitato «Gettiamo le basi» della Sardegna (regione che «ospita» 24.000 dei 40.000 ettari di demanio militare) dopo tanti anni di lotta ha un alleato nella procura che chiede il rinvio a giudizio di alcuni generali per le malattie procurate dalla contaminazione bellica; è invece boicottato dalle forze politiche. In Sicilia invece il forte movimento No Muos di Niscemi (contro l’antenna militare Usa) ha ottenuto che la regione ritirasse le autorizzazioni ma l’Avvocatura dello stato ha impugnato l’atto. Un dato importante: le «mamme di Niscemi» in pochi mesi si sono trasformate da difensori della salute dei figli in pacifiste anti-basi e antiguerra.
A Vicenza, ha spiegato Agnese Briante del No-Dal Molin (esortando a «chiedere tutti la desecretazione degli accordi segreti Usa-Italia del 1954»), le hanno provate tutte e dal punto di vista legale il Tar aveva bloccato l’ampliamento della base Usa ma la solita Avvocatura si è messa di mezzo: l’opera è stata gabbata per «utile alla difesa nazionale».
Quanto alle produzioni militari, se la mobilitazione contro gli F35 è diventata nazionale e invece quella contro la costruzione dell’hub militare a Pisa rimane confinata a pochi militanti, la riconversione segna il passo. Giorgio Cremaschi, in pensione dalla Fiom, ha tirato le orecchie al sindacato per le sue debolezze e al Pd («il rappresentante puro del complesso militar-industriale»).
Annunciate una serie di manifestazioni. Il Comitato contro la guerra di Milano sabato invita tutti a Largo Donegani alle 17 (Consolato Usa) per chiedere all’Italia, in nome dell’art 11 della Costituzione, di uscire dal gruppo di paesi occidentali e del Golfo che fomentano la guerra in Siria.
Il Manifesto – 07.06.13
http://www2.rifondazione.it/primapagina/?p=4545
Pubblicato il 7 giu 2013
di Marinella Correggia -
Un «Forum nazionale permanente contro la guerra» è nato lo scorso weekend dal convegno «Armi, guerre, territorio» organizzato dal Movimento No F35 di Novara e dal Comitato di Varese No-M346 a Venegono superiore (Varese). Presso una casa dei Padri comboniani, sulla collina che sovrasta la «fabbrica di morte» Alenia-Aermacchi-Finmeccanica, si sono ritrovate duecento persone, soprattutto di comitati nati intorno alle basi e alle aree di produzioni belliche.
Il Forum – che intanto si dota di un blog (http://forumnoguerra.
Alex Zanotelli (che aveva caldeggiato l’idea di un Forum nazionale il 13 ottobre 2012 durante una manifestazione davanti all’aeroporto/fabbrica d’armi Alenia Aermacchi Finmeccanica, contro la vendita dei velivoli M346 a Israele ) ha gridato la follia delle spese militari: 26 miliardi di euro in Italia nel 2012. Altri esperti (fra questi Manlio Dinucci, Antonio Mazzeo, Angelo Baracca, Rossana De Simone, Giorgio Beretta, Carlo Remeny, Nanni Salio) si sono soffermati sui lineamenti del complesso militar-industriale-economico-
L’avvocato penalista Ugo Giannangeli ha denunciato la scomparsa del diritto internazionale come strumento regolatore dei conflitti, con l’impotenza o la faziosità dei vari Tribunali penali internazionali.
I Comitati contro le basi militari hanno messo a confronto tattiche e strumenti, essenzialmente tre: coinvolgimento della cittadinanza, azioni dirette nonviolente sul campo, ricorsi legali. Il Comitato «Gettiamo le basi» della Sardegna (regione che «ospita» 24.000 dei 40.000 ettari di demanio militare) dopo tanti anni di lotta ha un alleato nella procura che chiede il rinvio a giudizio di alcuni generali per le malattie procurate dalla contaminazione bellica; è invece boicottato dalle forze politiche. In Sicilia invece il forte movimento No Muos di Niscemi (contro l’antenna militare Usa) ha ottenuto che la regione ritirasse le autorizzazioni ma l’Avvocatura dello stato ha impugnato l’atto. Un dato importante: le «mamme di Niscemi» in pochi mesi si sono trasformate da difensori della salute dei figli in pacifiste anti-basi e antiguerra.
A Vicenza, ha spiegato Agnese Briante del No-Dal Molin (esortando a «chiedere tutti la desecretazione degli accordi segreti Usa-Italia del 1954»), le hanno provate tutte e dal punto di vista legale il Tar aveva bloccato l’ampliamento della base Usa ma la solita Avvocatura si è messa di mezzo: l’opera è stata gabbata per «utile alla difesa nazionale».
Quanto alle produzioni militari, se la mobilitazione contro gli F35 è diventata nazionale e invece quella contro la costruzione dell’hub militare a Pisa rimane confinata a pochi militanti, la riconversione segna il passo. Giorgio Cremaschi, in pensione dalla Fiom, ha tirato le orecchie al sindacato per le sue debolezze e al Pd («il rappresentante puro del complesso militar-industriale»).
Annunciate una serie di manifestazioni. Il Comitato contro la guerra di Milano sabato invita tutti a Largo Donegani alle 17 (Consolato Usa) per chiedere all’Italia, in nome dell’art 11 della Costituzione, di uscire dal gruppo di paesi occidentali e del Golfo che fomentano la guerra in Siria.
Il Manifesto – 07.06.13
http://www2.rifondazione.it/
giovedì 6 giugno 2013
Intervento audio di Mariella Cau
Ciao a tutti/e,
qui sotto trovate il link per scaricare ed ascoltare l'intervento di Mariella Cau del Comitato sardo "gettiamo le basi" che ha parlato durante la seconda giornata del Convegno Nazionale: "Armi, guerre, territori".
Dopo aver cliccato qui sotto, vi si aprirà una pagina: cliccate su "download this file", inserite le lettere e/o i numeri che vi appaiono sotto (rispettando le maiuscole/minuscole e gli spazi), poi cliccate su "download now". Infine, cliccate su "salva". Dopo questi passaggi avrete il file sul vostro pc e potrete ascoltarlo con Windows Media Player o qualsiasi altro programma per files audio.
martedì 4 giugno 2013
RESOCONTO CONVEGNO: Armi, guerre, territorio
Nella
splendida cornice del castello dei Comboniani di Venegono superiore l’1 e il 2
Giugno si è svolto il convegno nazionale
sul tema “ Armi, guerre, territorio”.
All’appello
lanciato dai promotori ( il movimento NOF35 del novarese e il Comitato NOM346 del
varesotto) hanno risposto non meno di
200 attivisti di tutta Italia che hanno sviluppato un dibattito intenso e
di alto livello che è andato ben oltre l’orario dei lavori programmato.
Già sabato,
mentre affluivano tantissime persone per la registrazione, si è capito subito
che l’appello aveva trovato terreno fertile e il convegno offriva risposta ad
una esigenza da tutti avvertita : rilanciare un forte e qualificato movimento
contro guerre ed armamenti.
Il convegno,
infatti, ha rappresentato anche il momento costitutivo del Forum nazionale
permanente contro la guerra, che sarà uno strumento di coordinamento e di
incontro di tutte le realtà che si battono contro le guerre e gli armamenti,
nel più assoluto rispetto della loro identità e
specificità territoriale. Il Forum, inoltre, si avvarrà e metterà a
disposizione di tutti un Comitato scientifico formato da esperti nei vari
settori di intervento ( alcuni dei quali, peraltro, già presenti ed attivi al
convegno).
I lavori
sono stati divisi nei due giorni secondo questo criterio : sabato una serie di
relazioni ha posto le basi della discussione dei principali temi; domenica si
sono succeduti gli interventi delle molteplici realtà presenti. In questa sede
ci si limita ad offrire un veloce resoconto ma è disponibile sul blog del Forum
l’intera registrazione.
**
Il primo ad
intervenire è Alex Zanotelli, padre
missionario comboniano, che sin dalla manifestazione del 13 Ottobre 2012
attorno alla fabbrica Aermacchi di Venegono contro la vendita degli aerei M346
ad Israele aveva auspicato che la riuscita di quella manifestazione non si
esaurisse in quella giornata ma avesse un seguito. Zanotelli ha ricordato la follia delle spese militari ( nella sola Italia 26 miliardi di euro nel
2012; 50000 euro al minuto!) e ha parlato della sua campagna, appena
lanciata, per l’accertamento delle tangenti sulle commesse militari. Ha
ricordato il ruolo delle banche e si è soffermato sulla figura del pacifista Stefano Ferrario, morto esattamente un
anno fa, al quale il convegno è stato dedicato.
E’ seguito
l’intervento di Manlio Dinucci,
saggista, docente e geografo, che ha ripercorso la storia del movimento contro
la guerra attraverso tre libri scritti assieme a figure storiche come don
Tonino Bello, padre Ernesto Balducci e Raniero La Valle. Dinucci ha evidenziato
come ormai stiamo “ assimilando la guerra” : sono scomparse le grandi
manifestazioni di piazza viste durante la guerra del Golfo e, ad esempio, 10000
missioni di attacco aereo contro la Libia da parte della NATO non hanno
provocato alcuna reazione nell’opinione pubblica. Ha ricordato come l’ultima
campagna elettorale si è distinta per il silenzio assoluto di tutti i partiti
sulla politica estera e militare benchè in
Italia si spendano 70 milioni di euro al giorno per il settore militare ( nel mondo quasi tre milioni e mezzo di
dollari al minuto !).
La
successiva relazione dell’avv. Ugo
Giannangeli, penalista e membro del Comitato Avvocati contro la guerra
all’epoca della guerra del Golfo, ha denunciato non solo la continua palese
violazione dell’art. 11 della Costituzione ma anche la scomparsa del diritto
internazionale come strumento regolatore dei conflitti. Ha ricordato con
molteplici esempi l’impotenza o la faziosità dei vari Tribunali penali
internazionali, la crisi di credibilità dell’ONU e la ripresa di vere e proprie
politiche neocoloniali.
Antonio Mazzeo, giornalista, saggista, si è
soffermato sulla trasformazione del territorio in risposta alle esigenze
militari e sui rilevanti interessi politici ed economici che gravitano attorno
alle opere militari. Ormai Sigonella è destinata a diventare il principale
centro operativo mediterraneo dei droni.
Rossana Desimone, ex delegata sindacale FLMU
Aermacchi, si è soffermata sul ruolo della informatizzazione dell'industria
bellica sia per quanto riguarda l'innovazione del prodotto militare, sia per
quanto riguarda l'innovazione del processo produttivo e delle stesse strutture
produttive.
Il fisico Angelo Baracca ha sviluppato in
particolare il tema delle armi nucleari, ricordando anche la presenza delle
testate nucleari sul territorio nazionale, ad Aviano e Ghedi. Nel mondo ci sono 18000 testate nucleari !
La biologa Monica Zoppè del Comitato scienziati/e
contro la guerra si è soffermata sulle armi chimiche e biologiche e sugli studi
in corso per la produzione di nuovi batteri e virus, senza dimenticare quelli
già noti, ad esempio il vaiolo di cui non sono mai stati distrutti tutti i
residui campioni.
Giorgio Beretta, esperto di commercio di armi, ha
ricordato che l’industria delle armi si regge sulle esportazioni, attualmente
dirette per il 45% al Sud del mondo. Ha evidenziato la continua violazione
della normativa che vieta la fornitura di armi a Paesi in conflitto o che
violano i diritti umani, ad esempio Israele. Come strumento di intervento ha
ipotizzato un controllo pressante sul bilancio sociale delle imprese e delle banche
per verificare la destinazione delle armi e dei finanziamenti, dati che non
compaiono sul bilancio economico.
Carlo Remeny, giornalista, ha trattato il ruolo
dei mass-media nella preparazione delle guerre. Il consenso interno ed
internazionale è costruito attraverso veri e propri falsi di cui ha citato
molti esempi accertati per tutte le guerre degli ultimi 20 anni.
A queste
relazioni previste si sono aggiunti nella serata di sabato gli interventi di Giorgio Cremaschi, sindacalista, e Nanni Salio, ricercatore della facoltà
di fisica di Torino e teorico della difesa popolare non violenta.
Dopo
l’intervento di Giansandro Bertinotti,
ex lavoratore e sindacalista Aermacchi, si è conclusa la serata.
**
Domenica i lavori
si sono aperti con la relazione di Marinella
Correggia, giornalista, scrittrice, che torna sul tema del ruolo dei
mass-media e della voluta disinformazione. In particolare ha portato esempi di
veri e propri falsi creati in Siria, da dove è appena tornata, per favorire il
consenso attorno all’operato dei cosiddetti “ ribelli”. Ha denunciato anche la
parzialità e la non professionalità nelle inchieste anche da parte delle ONG
internazionali.
Sono seguiti
quindi gli interventi dei presenti, di cui non è possibile riportare i
contenuti in questa sede. Ci si limita ad un elenco per dare l’idea della
rappresentatività degli intervenuti.
Laura Tussi, ANPI e Peacelink
Domenico Argirò, Movimento NOF35
Mariella Cau, del Comitato sardo “Gettiamo le
basi” ( che ha ricordato che il demanio militare in Italia occupa 40000 ettari,
di cui 24000 nella sola Sardegna)
Maria Secchi, No Muos (ha ricordato le malattie
linfatiche accertate nella zona di Niscemi)
Agnese Briante,No Dal Molin di Vicenza ( città da
lei definita ormai “colonia USA”)
Franco Dinelli, No hub di Pisa
Filippo Bianchetti ed Elio Pagani, No M346 ad Israele.
Sono seguiti
due interventi particolarmente appassionati perché attinenti alla tragedia in
corso in Siria. Nadia e Osama del Comitato contro la guerra di Milano hanno
denunciato la manovra politico-militare internazionale in corso contro uno
Stato sovrano come la Siria e hanno invitato i presenti alla manifestazione nazionale a Milano il
prossimo 8 Giugno.
Elisabetta Donini delle Donne in nero di Torino
Carla Cavagna di Medicina democratica
Ancora
Zoppè, Baracca e Beretta
Giorgio della assemblea popolare No Elcon di
Castellanza, sul labile confine tra interessi militari e civili e sulla
devastazione territoriale
Kutaiba della Associazione Palestina di
Torino che ha dato anche valide indicazioni operative al Forum
Gianna Badoni di Pax Christi, sul progetto della
sua organizzazione contro la propaganda militare nelle scuole
Carmen e il padre comboniano Piercarlo hanno ricordato la figura e l’impegno di
Stefano Ferrario ed è stato
presentato il libro contenente tutti i suoi ultimi scritti
Mario Agostinelli ha introdotto il discorso
ambientalista, intimamente connesso a quello militare per via, ad esempio,
dell’esaurimento delle risorse fossili
Don Renato Sacco di Pax Christi nazionale
Massimo Aliprandini della LOC ( Lega obiettori di
coscienza)
Pina del centro Filastin di Torino
Gabriella Grasso, attivista per la Palestina,
sull’anticolonialismo come centro di gravità permanente
Tiziano Cardosi di Firenze, sulle grandi opere
inutili come strumento di colonialismo
Gisa del Comitato NOM346 ad Israele
Infine, il
nostro ospite, padre Massimo dei
Comboniani di Venegono, ha sinteticamente ma efficacemente concluso auspicando
che nel Forum viva quella che ha chiamato “la convivialità delle differenze” a
rimarcare lo spirito che dovrà animare il lavoro.
Tra gli
applausi nasce ufficialmente il Forum
con un primo immediato programma operativo: munirsi di un blog, riunione del
Comitato scientifico per un esame dei temi più urgenti, nuovo appuntamento dopo l’estate per decidere gli ulteriori passi che dovranno
avere come caratteristica la concretezza dell’agire.
3/6/2013 Ugo Giannangeli
lunedì 3 giugno 2013
La lobby italiana delle basi di guerra e delle armi
Pubblichiamo il video messaggio dell'intervento di Antonio Mazzeo, realizzato per il convegno del 1 e 2 giugno scorsi.
Appena disponibili, pubblicheremo anche tutti gli altri materiali (interventi, foto, ecc.). Intanto, un semplice ma sentito Grazie a tutti/e voi che avete partecipato al convegno!
VIDEO: La lobby italiana delle basi di guerra e delle armi - di Antonio Mazzeo
http://www.dailymotion.com/video/x10dpe2_la-lobby-italiana-delle-basi-di-guerra-e-delle-armi_news#.Uao94ixH4cBDietro la proliferazione delle basi Usa e Nato in Italia e l'installazione dei droni e del MUOS di Niscemi ci sono anche gli interessi dei manager di Finmeccanica e dei grandi gruppi finanziari e bancari nazionali. Limitazioni della sovranità ed espropri di diritti e territori in cambio di poche commesse e drastici tagli all'occupazione
ANTONIO MAZZEO - http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/
domenica 2 giugno 2013
INTRODUZIONE al convegno: Armi, guerre e territorio
Introduzione al convegno: “Armi, guerre, territorio”, lancio del “Forum contro la guerra”
Elio Pagani, 01.05.2013
L’idea di questo convegno venne anzitutto al comitato “No M346 a Israele” che organizzò la manifestazionedel 13.10 scorso contro, appunto, la vendita da parte di AleniaAermacchi – Finmeccanica, degli addestratori armati ad Israele.
Velivoli che Israele utilizzerà per addestrare i piloti per il cacciabombardiere “invisibile” F35 e, visto i precedenti come l’ “operazione piombo fuso”, non ne è escluso l’utilizzo contro la popolazione palestinese, avendo l’M346 anche le caratteristiche di velivolo per l’attacco al suolo.
L’organizzazione di quella manifestazione faceva ben sperare e la buona partecipazione alla stessa confermò le aspettative, rafforzando il nostro ottimismo, così, a qualcuno/a di noi venne in mente di rilanciare l’iniziativa non solo contro la produzione bellica, ma contro la guerra, di cui le armi sono lo strumento principe, e di provare a rilanciarla, non solo a livello territoriale, ma anche nazionale.
Avevamo agito contro la produzione bellica di una azienda divenuta sede legale di una controllata del colosso bellico Finmeccanica, una azienda che ha un peso significativo per il territorio in cui opera condizionandolo pesantemente e facendolo dipendere economicamente dalle commesse militari, legando ad essa l’occupazione di circa 1800 lavoratori (in buona parte tecnici ed operai specializzati) ed un indotto diffuso.
Una centralità anche culturale, esaltata a livello massmediatico dal proclamarsi luogo di eccellenza nella R&S in campo scientifico-tecnologico e dal proporsi nei miti del volo (per essa l’intera provincia di Varese è proclamata “provincia con le ali”) e del “potere aereo” (produttrice di strumenti di difesa e di proiezione dei nostri interessi in tutto il globo, biglietto da visita del “Made in Italy” avanzato).
Ci siamo chiesti/e cosa fosse meglio fare per continuare nella direzione tracciata e come rendere più efficace l’intervento per liberare il nostro territorio dalla dipendenza alla produzione bellica ed ottenerne la smilitarizzazione (a pochi km da qui vi è la Base NATO di Solbiate Olona, uno dei centri direzionali della missione militare in Afghanistan), ciò anche sulla falsariga di iniziative precedenti di DisArmiAmoLaPace, del Comitato Varesino per la Palestina e di altri soggetti con i quali avevamo aperto una campagna a livello provinciale contro gli F35.
Fu naturale strutturare un primo collegamento con il comitato novarese NoF35 impegnato a costruire una resistenza alla realizzazione dello stabilimento in cui ha iniziato ad essere assemblato questo pericoloso cacciabombardiere (che ora si vuole dotato anche delle rinnovate bombe nucleari americane B61, residuato della guerra fredda e stoccate negli aeroporti di Aviano e Ghedi). Stabilimento non a caso realizzato all’interno di una base militare, quella di Cameri.
Con loro ci siamo chiesti/e se fosse possibile lanciare un “Forum contro la guerra”, come suggeriva anche il missionario comboniano Alex Zanotelli, già direttore di Nigrizia ed ora di Mosaico di Pace, nel suo intervento pronunciato davanti ai cancelli di AleniaAermacchi l’ottobre scorso.
Un forum che permettesse da una parte il confronto e l’interazione tra i soggetti che, come facciamo noi, praticano a livello di base una resistenza territoriale agli strumenti che rendono possibile la guerra (basi militari e produzione bellica), dall’altra un più stretto collegamento con i soggetti (scienziati/e, intellettuali, ricercatori, docenti) che abbiano elaborato e che studiano il fenomeno guerra, a partire dall’analisi dei nuovi concetti strategici delle potenze dominanti (USA, NATO, ecc.).
Infine, chiamare al confronto i soggetti che a livello nazionale già sono attivi per il disarmo e la costruzione della pace, chiedendo anche ad essi di interagire con quelle elaborazioni e con gli attori che praticano la resistenza alla guerra a livello di base.
L’idea è quella di mettere in rete queste esperienze e trovarne un minimo comune denominatore, per tentare di risollevare l’intero arcipelago pacifista dalle difficoltà in cui da anni si dibatte, difficoltà prodotte soprattutto dagli effetti della guerra endemica in cui siamo immersi, che acceca e distorce le coscienze, difficoltà prodotte altresì dallo scarso utilizzo della analisi sulla guerra cui è giunta l’elaborazione, in particolare l’analisi sui caratteri che ha assunto la “neoguerra” chiamata “pace” affacciatasi dal 1990.
E’ pacifico per tutti/e che costruire la Pace è impresa complessa.
Se Pace non è solo “assenza di guerra” diviene obiettivo poliedrico da affrontare a molti livelli: da quello etico, morale, spirituale, a quello della capacità di gestire i conflitti in modo nonviolento, a quello della realizzazione di strutture istituzionali locali, nazionali e sovrannazionali capaci di garantire il godimento del “diritto alla Pace” e di tessere una sicurezza umana comune.
Ma due colonne portanti per la costruzione dell’edificio della Pace sono l’azione per l’abolizione della guerra e quella per il disarmo.
A proposito della necessità di ripartire dall’analisi della guerra, nella sua presentazione al libro “La strategia dell’impero. Dalle direttive del Pentagono al Nuovo Modello di Difesa” (1992), Raniero La Valle scriveva:
<Questo libro, scritto con urgenza, deve essere letto con urgenza, Non può essere posposto a nessun’altra lettura; anzi bisognerebbe leggere solo questo libro (…).
Questo libro dev’essere letto, perché o c’è scritto, se non faremo niente, il nostro destino di uomini e donne che mancano al compito della loro salvezza, proprio quando questa sembrava vicina,
o c’è scritto per contrasto, il compito di uno straordinario riscatto spirituale, istituzionale e politico, quale nessuna generazione ha dovuto affrontare prima di noi.
(…) è un libro (che) riferisce e collega fatti, progetti e documenti che modificano profondamente la nostra percezione del reale:
perché se dopo l’89, e nonostante la guerra del Golfo, noi avevamo l’impressione che la guerra, almeno nelle sue maggiori dimensioni fosse ormai trattenuta, e dotata di una “bassa probabilità di occorrenza”, per usare il linguaggio dei nostri generali, questi documenti ci mostrano invece che, dopo l’89, nella visione dei poteri vincenti la guerra è totalmente liberata, non più ostaggio del vituperato Impero del male, e gratificata della più alta probabilità di occorrenza,
fino ad essere eletta come strumento sovrano del mondo: totalmente disponibile all’esercizio, totalmente pervasiva della politica (nell’eufemismo italiano non più “politica della difesa” ma “difesa della politica”) e avente al suo servizio una “forza totale” opportunamente preposizionata in tutto il mondo;
credevamo insomma che il riarmo fosse finito e la guerra conclusa, e invece solo ora comincia.
Questo libro è nato da una intuizione di padre Balducci, forse la sua ultima intuizione, prima di quella definitiva sulla casa del Padre.
Questa intuizione, con lucidità investigativa, si fondava su un indizio. L’indizio era il nuovo “Modello di Difesa” italiano, su cui molti di noi avevano cominciato ad inquietarsi, o perché ne avevano dovuto reggere l’impatto in parlamento, o perché colpiti, come studiosi e come giuristi, dal suo palese ed eversivo contrasto con la costituzione (…)>.
***
A quante guerre l’Italia ha partecipato attivamente da allora?
Sulla base di quali nuovi concetti strategici?
Quante norme che configuravano il diritto alla Pace, sono state di fatto distorte e annientate dalla “guerra permanente” o meglio dalla “prevenzione attiva”, come la chiama il NMD?
Questo vale per quelle contenute nello Statuto dell’ONU e nell’art.11 della nostra Costituzione, ma vale anche per la L.185/90, sul controllo e la limitazione dell’export di armi….
Questi sono dunque i temi che i relatori affronteranno, cui si aggiungeranno quelli relativi agli strumenti di morte che la guerra usa: le armi, la loro produzione, il loro dispiegamento nelle basi e nei traffici, la manipolazione della informazione, che rende accettabili alle masse operazioni imperiali anche costellate di massacri, spacciate per operazioni umanitarie ma miranti ad accaparrarsi risorse necessarie a mantenere lo “stile di vita” dei paesi opulenti, il nostro stile di vita.
Quali azioni contro la guerra e quali alternative ad essa possiamo praticare?
Quali caratteristiche hanno avuto le mobilitazioni contro la guerra e gli strumenti di morte?
Quale radicamento ha tra la nostra gente la nostra iniziativa, quali obiettivi sono stati raggiunti e quali sono le difficoltà ed i punti critici?
Su quali basi, su quali obiettivi e con quali modalità possiamo rilanciare le nostre iniziative?
Quali sono le prospettive per il “Forum contro la guerra?”
Queste sono le domande a cui cercheremo di rispondere nella mattinata e nel primissimo pomeriggio di domani.
Buon lavoro, e mille ringraziamenti a tutti/e coloro che hanno reso possibile l’iniziativa, a partire da Padre Massimo ed i suoi Comboniani che ci hanno messo a disposizione questa magnifica struttura, importante anche dal punto di vista simbolico, affacciandosi essa sulla linea di volo e gli stabilimenti di AleniaAermacchi, una fabbrica di guerra che vogliamo riconvertire alla produzione di strumenti di pace.
Un ringraziamento anche a Stefano, che da lassù ci spinge con forza a proseguire nell’azione contro la guerra e per costruire un mondo in pace in cui prevalga l’umanità di ciascuno.
Un ringraziamento a tutti/e voi presenti ed in particolare agli attivisti dei comitati di base che nei territori lottano contro basi militari e produzioni belliche, e che si sono sobbarcati anche il sacrificio di essere qui oggi e domani.
Siamo in tanti/e e questo è di buon auspicio e un augurio di buona riuscita dei nostri lavori.
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