venerdì 16 maggio 2014

"Dobbiamo continuare la ricerca sul vaiolo?" di Monica Zoppè

Il virus del vaiolo ha afflitto l'umanità per millenni, uccidendo dal 30 all'80% delle persone infettate, e lasciando le altre in pessime condizioni: menomate, sfigurate, spesso cieche.
In seguito ad una campagna di vaccinazione partita dopo la guerra, il vaiolo è stato debellato, e l'ultimo caso  è stato registrato nel 1978. Nel 1980 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha dichiarato debellata la malattia e proposto la distruzione di tutti i campioni ancora mantenuti nei diversi laboratori. Erano i tempo della guerra fredda, e USA e URSS, consapevoli del potenziale utilizzo del vaiolo come arma biologica, e diffidando del 'nemico' hanno richiesto (e ottenuto) di mantenere 'per qualche tempo' dei campioni di virus nei freezer dei laboratori militari.

A partire dal 1999, gli scienziati militari americani hanno chiesto (e di nuovo ottenuto) di poter utilizzare il virus con lo scopo di trovare nuovi farmaci, nuovi vaccini, e nuovi test per la diagnosi, rinviando così sine die la data della distruzione.
Ogni 5 anni l'Assemblea OMS è chiamata a rivedere cosa fare del vaiolo. Puntualmente, ogni 5 anni, gli scienziati americani chiedono di poter continuare le ricerche, e anzi, di poter fare nuovi esperimenti anche con nuove tecniche, per esempio producendo un virus geneticamente modificato.

Molte sono le voci che si levano contro questa richiesta: un gruppo di ONG ha preparato una petizione da inoltrare agli ambasciatori, e parallelamente un gruppo di scienziati ha scritto una lettera alle riviste scientifiche.*

In entrambe si chiede ai delegati ministeriali, che rappresentano i cittadini di tutti i paesi del mondo di NON concedere alcun permesso ulteriore, ed anzi di procedere a stabilire una data certa per la distruzione controllata e verificata di tutti i campioni esistenti del virus che provoca il vaiolo.



Dobbiamo continuare la ricerca sul vaiolo?


*Should we keep researching smallpox?

Humanity has not known a case of smallpox for the last 36 years, since 1978. In 1980, the World
Health Organization (WHO) certified the success of the vaccination campaign that cleared one of
the worse diseases ever known. Smallpox, caused by the virus variola, killed 30 to 80 % of its
victims, and afflicted the survivors with crippling disabilities, often blind.
Complete elimination of variola, however, has not yet been achieved: stocks remain in 2
laboratories, legacy of the cold war climate, in Russia (former USSR), and the USA. These stocks
were destined to destruction, in order to completely rule out a re-emergence of the disease, but the
date of their actual destruction has not yet been reached. In the time since eradication, limited and
controlled research was permitted with the aim of developing better diagnostics, vaccines and
drugs. A small group of virologists directly involved with smallpox research has recently published
an opinion article (Inger K. Damon, Clarissa R. Damaso, Grant McFadden, PLoS Pathogens, Vol
10, 5. 2014) asking to postpone once more destruction of stocks and for further research to be
allowed. The article was widely reported in the general press (29 reports, from all over the world,
see here), which assumed and passed the notion that it was the opinion of the scientific community
(articles titled, e.g. The Washington Post: "Scientists urge delay in destroying last smallpox', ABC
News: "Scientists Urge Delay in Destroying Last Smallpox").