domenica 21 dicembre 2014

Un nuovo ruolo per Finmeccanica - articolo di Nigrizia

Un nuovo ruolo per Finmeccanica

Nel convegno dal titolo "L’industria delle armi alimenta le guerra. Il ruolo di Finmeccanica” a Venegono Superiore, è stato analizzato il gruppo industriale italiano della difesa e della sicurezza. È possibile pensare a una rimodulazione del suo modello imprenditoriale e di produzione in chiave civile? Ecco una sintesi dell'incontro. 


Lo scorso 29 novembre a Venegono Superiore (Va), si è svolto il convegno dal titolo “L’industria delle armi alimenta le guerra. Il ruolo di Finmeccanica”. È il terzo incontro di dibattito, organizzato dal Comitato NO-M346 del varesotto, dal Movimento NO-F35 del novarese e da tutti i promotori del “Forum contro la guerra”. L’incontro si è posto l'obiettivo di analizzare l'holding della difesa e sicurezza Finmeccanica, uno dei comparti più importanti del sistema paese e fare nuove proposte per una trasformazione della sua linea produttiva.
Nell’epoca della “guerra infinita” una delle attività considerate strategiche dallo Stato è il mantenimento delle capacità industriali e tecnologiche giudicate essenziali per la sovranità operativa delle forze armate.
Finmeccanica è stata definita dal “Libro bianco della difesa” elemento essenziale non solo per la difesa e sicurezza degli interessi vitali e strategici italiani, ma anche fondamentale, per le sue capacità tecnologiche, per la crescita complessiva del Paese. L’azienda, con la cessione degli asset civili, intende trasformarsi in una holding esclusivamente orientata verso i settori dell’aerospazio e della difesa, seguendo un modello di difesa “aggressivo”.
Nel convegno di Venegono (del quale i missionari comboniani sono stati accesi promotori ospitando l’evento) l’obiettivo dichiarato era quello di avviare un dibattito per individuare le criticità di questo modello economico e di difesa, con l’idea di proporre una sua rimodulazione che porti ad un passaggio dalle scelte militaristiche a quelle fondate su una produzione finalizzata ad attività civili.
Il convegno rivestiva una importanza particolare per il territorio varesino perché qui sono presenti AleniaAermacchi e AgustaWestland, aziende madri del Distretto aerospaziale lombardo che anche nel 2014 si è confermato il maggiore del settore per quota di export, il 35% del totale nazionale, con un giro d'affari di 4,5 miliardi di euro e 15.000 addetti. Nondimeno in queste aziende si sono organizzate lotte per la riconversione dell'industria bellica alla fine degli anni '80, in particolare quella condotta dai lavoratori Aermacchi all'inizio della prima guerra del Golfo.

A parlare, nel castello dei missionari Comboniani di Venegono Superiore, proprio nel territorio fra Varese e Novara dove sono concentrate diverse aziende aeronautiche belliche di rilevanza internazionale, sono stati: Domenico Moro (economista) che ha parlato del ruolo di Finmeccanica nel capitalismo italiano e transnazionale, e sul significato della “riconversione al militare” proposta dall’attuale management; Manlio Dinucci (giornalista e saggista) intervenuto sul ruolo della produzione bellica nella implementazione di un modello di difesa aggressivo a supporto di un sistema economico predatorio; Alex Zanotelli (missionario Comboniano e ex-direttore di Nigrizia) sulla grande immoralità di spesa e produzione militare e del commercio di armi, che hanno raggiunto dimensioni da capogiro.
Riflessioni particolari sono state portate dagli interventi di sindacalisti di base come Fiorenzo Campagnolo (ADL Agusta-Westland) e Giansandro Bertinotti (ADL Alenia-Aermacchi), oltre che di Rossana De Simone, MarioAgostinelli, Ugo Giannangeli, Gregorio Piccin, Elio Pagani e Alberto Perino.

Proponiamo qui un riassunto di ciò che è stato detto in quell’incontro in formato pdf.

Di seguito, invece, i link ai video di alcuni degli interventi degli ospiti del dibattito:
Introduzione: https://www.youtube.com/watch?v=vy1pDaCMIR8
Intervento di Rossana De Simone: https://www.youtube.com/watch?v=4dckqkNuWfc
Intervento di Domenico Morohttps://www.youtube.com/watch?v=a2b530T1fAs
Intervento di Manlio Dinuccihttps://www.youtube.com/watch?v=uz_fr-IgNbE
Intervento di Mario Agostinellihttps://www.youtube.com/watch?v=o5ofY28l_zU
Intervento di Gregorio Piccinhttps://www.youtube.com/watch?v=271Xeb0RixM

FONTE:  http://www.nigrizia.it/notizia/un-nuovo-ruolo-per-finmeccanica/notizie

lunedì 15 dicembre 2014

Introduzione al Convegno: “L’industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica”.


A nome dei missionari comboniani che risiedono in questa casa, dò il benvenuto a tutti voi che oggi siete qui per partecipare al convegno “L’industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica”. Sono già trascorsi due anni dalla marcia contro la vendita degli aerei M 346 a Israele, fabbricati da Alenia Aermacchi, nella fabbrica di Venegono Superiore.
A questo proposito voglio anche ricordare che oggi L’ONU celebra la Giornata Mondiale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Il 29 Novembre del 1947, l’Assemblea Generale adottò la risoluzione 181 (II), che divenne nota come la Risoluzione sulla Partizione.
Questa giornata rappresenta un’opportunità per la comunità internazionale di concentrare la propria attenzione sul fatto che la questione palestinese è ancora irrisolta e che il popolo palestinese deve ancora conseguire i propri diritti così come sanciti dall’Assemblea Generale dell’ONU.
Come dicevo, dopo due anni, dalla nostra prima marcia, nonostante le tante crisi che, evidentemente, hanno raggiunto anche gli ambiti legati al pacifismo, all’antimilitarismo, alle iniziative sulla riconversione e la smilitarizzazione del territorio, siamo ancora sulla strada.
P. Alex Zanotelli, che poi vedremo in video-conferenza, ci invita a superare rotture, attriti, incomprensioni che indeboliscono il movimento per la pace in Italia. La speranza nasce dal basso, da questo metterci insieme per trasformare i nostri Sistemi di morte in Sistemi che danno vita.
Qualcuno potrà dire, tutto ciò serve a poco, le cose sembrano cambiare, ma in peggio. Attorno a noi c’è molta indifferenza, si preferisce parlare di altre cose, in modo magari politically correct, come si dice. Però parlare di pace, oggi, implica fare discorsi politici, toccare interessi e sensibilità che sembrano opporsi alla costruzione di un mondo più umano e vivibile.
Nel suo discorso al Consiglio d’Europa, martedì scorso, Papa Francesco ha insistito sull’importanza di preservare, coltivare e diffondere la pace. I conflitti sono foraggiati da traffici di armi molto spesso indisturbati, ha ricordato il Papa. La Chiesa considera che “la corsa agli armamenti è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri”. Però il Papa è anche cosciente che la pace si può realizzare soltanto nell’atteggiamento costante di iniziare processi e portarli avanti. Perciò costruire la pace richiede di privilegiare le azioni che generano dinamismi nuovi nella società e coinvolgono altre persone e altri gruppi che li svilupperanno, fino a che portino frutto in importanti avvenimenti storici. Portare avanti, quindi, i processi senza ansietà ma con convinzioni chiare e con tenacia. Ed è ciò che stiamo facendo, con molta umiltà e senso del limite, ma anche con grande coraggio e perseveranza.
Sono certo che se siamo qui per l’ennesima volta, è perché abbiamo qualcosa da imparare e da offrire, senza imporsi ma camminando insieme per resistere alla guerra e arrivare alla sua abolizione.
Abbiamo scelto come sede dei nostri incontri un castello, costruito ovviamente per perseguire obiettivi anche militari. Questo edificio ha subito lungo i secoli modifiche strutturali e funzionali, fino a diventare luogo di formazione e partenza di missionari che nel mondo si sono fatti promotori di riconciliazione, giustizia e pace. Noi siamo i primi a dire che la riconversione ed il cambiamento è possibile.
Per camminare verso il futuro, ci ricorda Papa Francesco, servono memoria, coraggio e sana e umana utopia! Dove quest’ultima diventa la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva capacità di orientare forme di rinnovamento sociale, economico e politico.
Augurando a tutti buona permanenza e buon convegno, termino con una frase dello scrittore Paulo Coelho: “La gloria del mondo è transitoria e non è questa che ci dà la dimensione della nostra vita, ma è la scelta che facciamo di seguire la nostra leggenda personale. Credere nelle nostre utopie e lottare per i nostri sogni”. 
 
P. Massimo Robol

domenica 14 dicembre 2014

giovedì 11 dicembre 2014

Analisi e proposte dopo il Convegno del 29 novembre sul ruolo di Finmeccanica

Il Convegno “L'industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica”: dalle analisi alle proposte - di Rossana De Simone

(L'intero documento è visibile al link: https://drive.google.com/file/d/0B6tFyWHpJ2W_X2EzR1VqNVFoeE0/view?usp=sharing )


Il terzo convegno organizzato dal Comitato NO-M346 del varesotto e dal Movimento NO-F35 del novarese si è posto l'obiettivo di analizzare l'holding della difesa e sicurezza Finmeccanica, uno dei comparti più importanti del sistema paese.
Finmeccanica è stata definita dal “Libro bianco della difesa” elemento essenziale non solo per la difesa e sicurezza degli interessi vitali e strategici italiani, ma anche fondamentale, per le sue capacità tecnologiche, per la crescita complessiva del Paese.
Il convegno rivestiva una importanza particolare per il territorio varesino perché qui sono presenti AleniaAermacchi e AgustaWestland, aziende madri del Distretto aerospaziale lombardo che anche nel 2014 si è confermato il maggiore del settore per quota di export, il 35% del totale nazionale, con un giro d'affari di 4,5 miliardi di euro e 15.000 addetti. Nondimeno in queste aziende si sono organizzate lotte per la riconversione dell'industria bellica alla fine degli anni '80, in particolare quella condotta dai lavoratori Aermacchi all'inizio della prima guerra del Golfo.

L'economista Domenico Moro ha analizzato il “chi è” e “che cosa è” Finmeccanica all'interno del capitalismo italiano, i suoi asset finanziari e il suo ruolo nell'attuale crisi economica e finanziaria.
La sua relazione parte dalla considerazione che Finmeccanica ha assunto un carattere internazionale poiché, sebbene lo Stato possieda il 30,2% delle azioni, il suo azionariato è passato da una prevalenza domestica ad una internazionale, infatti, se si guarda la distribuzione geografica del flottante dell'azionariato istituzionale, si nota che oltre il 90% è estero.
Nello specifico della governance del gruppo, essendo l'holding di un settore che rappresenta un capitalismo italiano fortemente interconnesso e organizzato a livello internazionale, lo Stato ha nominato rispettivamente nella figura di Presidente Gianni De Gennaro, ex capo della polizia ed ex capo del Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza, e Marta Dassù, direttore di Aspen Institute Italia ed ex sottosegretario agli Affari Esteri con il governo Letta, membro del consiglio di amministrazione di Finmeccanica,  l'uno membro del Club Bilderberg e l'altra della Commissione Trilaterale. Al netto di ogni complottismo, i piani e i progetti di queste associazioni sono quelli della classe dominante: avvicinamento al sistema presidenzialista, finanziarizzazione dell’economia, liberismo e libero scambio senza barriere, politiche di austerità, lenta erosione dei salari e dello stato sociale. Se in questo scenario di grave crisi economica, il ritiro dello Stato dall’economia, il ruolo delle banche, la speculazione finanziaria e le modalità di funzionamento del sistema euro, hanno un ruolo importante nella crisi del debito, non costituiscono però le uniche cause della crisi.

articolo su PaxChristi - di Elio Pagani



Organizzato dai promotori del “FORUM CONTRO LA GUERRA” di cui fa parte anche il Punto Pace di Pax Christi di Tradate, il 29 novembre 2014, a Venegono Superiore (Va), sito nel territorio fra Varese e Novara dove sono concentrate diverse aziende aeronautiche belliche di rilevanza internazionale, si è tenuto presso il castello dei missionari Comboniani il convegno: “L’INDUSTRIA DELLE ARMI ALIMENTA LE GUERRE- Il RUOLO DI FINMECCANICA”.

Dopo l’introduzione di Padre Massimo Robol, sono intervenuti i relatori: Domenico Moro (economista) sul ruolo di Finmeccanica nel capitalismo italiano e transnazionale, e sul significato della “riconversione al militare” proposta dall’attuale management; Manlio Dinucci (giornalista e saggista) sul ruolo della produzione bellica nella implementazione di un modello di difesa aggressivo a supporto di un sistema economico predatorio; Alex Zanotelli (missionario Comboniano) sulla grande immoralità di spesa e produzione militare e del commercio di armi, che hanno raggiunto dimensioni da capogiro.
Riflessioni particolari sono state portate dagli interventi di sindacalisti di base come Fiorenzo Campagnolo (ADL Agusta-Westland) e Giansandro Bertinotti (ADL Alenia-Aermacchi), oltre che di Rossana De Simone, MarioAgostinelli, Ugo Giannangeli, Gregorio Piccin, Elio Pagani e Alberto Perino.
In video sono state presentate le posizioni dei rappresentanti dei sindacati metalmeccanici confederali (FIM e FIOM) che, per quanto richiesti ai vari livelli, hanno preferito non partecipare ad un confronto costruttivo e non polemico sui temi caldi dell’occupazione e della riconversione al civile delle produzioni belliche .
Relazioni e video degli interventi si possono scaricare dal Blog del Forum:
http://forumnoguerra.blogspot.it/

Questo convegno ha costituito la più recente delle iniziative che dall’ottobre 2012 si sono attuate per dare vita ad un “FORUM CONTRO LA GUERRA” che consenta un collegamento prima di tutto fra le ”comunità in lotta” operanti vicino ad aziende belliche, basi e poligoni militari, quindi naturalmente legate al proprio territorio e capaci di mobilitazioni locali, per lavorare assieme, alla pari contro la guerra, a partire dall’analisi delle forme che essa ha assunto negli ultimi 25 anni.

Elio Pagani
(Punto Pace di Pax Christi di Tradate)
05.12.2014

martedì 9 dicembre 2014

Intervento di Mario Agostinelli al convegno sul ruolo di Finmeccanica




GEOPOLITICA DELL’ENERGIA:

NONSOLOGAS, QUESTIONE DI CLIMA

di Mario Agostinelli, Inchiesta Novembre 2014
 





Il cambio di paradigma energetico è irreversibile


Hermann Scheer sosteneva che la sfida energetica del XXI secolo si sarebbe giocata tra atomo e sole, in un anticipo ridotto all’essenzialedello scenario entro cui la geopolitica deve far i conti con la sfida per la sopravvivenza della biosfera. Un mondo vivente - soffocato da protesi artificiali di cui l’uomo si è circondato e che ha industrialmente prodotto e irresponsabilmente non smaltito - minacciatodal cambiamento climatico e dall’impossibilità di reintegrare nei cicli naturali la materia messa a merce, a consumo. Di conseguenza, produzione e consumo, debitrici nei confronti dell’energia in ogni fase di trasformazioneconsapevolmente organizzata, sono oggi esposte soprattutto a valle oltre che a monte: non solo le fonti fossili sono in via di esaurimento, ma le loro emissioni provocano uninsopportabile innalzamento della temperatura globale.La lotta per l’accaparramento delle risorse, da sempre risolta attraverso conflitti militari e “accordi” asimmetricidovuti alla disparità economica dei contraenti, si deve misurare oggi con la responsabilità di assicurare salute, riproduzione e garanzia di conservazione della specie.Il che richiede cooperazione politica, riorganizzazione sociale e convergenza di “stili di vita”: un ribaltamento rispetto alla competizione che agisce nell’arena globale del mercato. Nella geopolitica dell’energia le armi non bastano più. Il sistema energetico, e questa è la novità epocale, deve affrontare questioni di lungo termine, prima di rispondere a pressioni immediate come la immediata convenienza economica o l’esclusività nel disporre di risorse strategiche, che, altrimenti, ne provocherebbero la rottura.Obama non potrebbe più impunemente oggi affermare, seppure lo volesse, che “lo stile di vita degli americani non è negoziabile”, come sostenne Bush pergiustificare la guerra per il petrolio iracheno, a dispetto della necessità di ridurre le combustioni nocive.

giovedì 4 dicembre 2014

INTERVENTO AL CONVEGNO SU FINMECCANICA di Ugo Giannangeli



INTERVENTO AL CONVEGNO SU FINMECCANICA di Ugo Giannangeli



Alex Zanotelli ha parlato di etica e ha usato spesso il termine “immoralità”; io devo parlare di diritto e userò spesso il termine “illegalità”. Diciamo subito che il diritto  rappresenta l’estrema retroguardia di qualsiasi battaglia, è un duello con l’arma scelta dall’avversario. Di questo bisogna avere consapevolezza ma non è un motivo per rifiutare il confronto anche su questo campo. Il rapporto tra etica e diritto è spesso conflittuale, se ne occupano testi di filosofia del diritto. Teoricamente non dovrebbe esserci conflitto ma così è. Il contrasto è massimo in tema di armi e guerra, il tema che ci occupa. Ho a disposizione solo 15 minuti quindi sono costretto a una sintesi massima. Anche il linguaggio sarà estremamente divulgativo sia perché siamo in un consesso di non addetti ai lavori sia perché spesso il tecnicismo nasconde idee non chiare.

                                             Le norme di riferimento



Art. 11 della Costituzione, quello del ripudio della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, lo conosciamo tutti a memoria quindi passiamo oltre.

Legge 185/90 e successive modifiche, in particolare nel 2003. Qui inizia il balletto tra le buone intenzioni e i compromessi. La legge, come sapete, regolamenta la commercializzazione delle armi e all’art. 1 richiama per ben due volte la Costituzione e in particolare l’art. 11 come norma ispiratrice e di riferimento.

La legge sancisce alcuni divieti e all’art. 1, comma 6, lettere A), B) e D) si legge che “ l’esportazione e il transito di materiali di armamento sono altresì vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato……fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere; verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’art. 11 della Costituzione; verso i Paesi i cui Governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell’UE o del Consiglio d’Europa”.

Fatta la regola, arriva subito l’eccezione: l’art. 9 recita : ”Sono escluse dalla disciplina della presente legge……….le esportazioni o concessioni dirette da Stato a Stato, a fini di assistenza militare, in base ad accordi internazionali”.

Appunti per una storia sindacale sulla produzione bellica e la sua riconversione di Elio Pagani

Appunti per una storia sindacale sulla produzione bellica e la sua riconversione
di Elio Pagani,
convegno: “ L'industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica”. Venegono Superiore, Castello dei Comboniani, 29.11.2014


- Per cercare di comprendere le iniziative di una parte dei lavoratori del settore bellico a favore delle alternative produttive, occorre partire dai Valori del sindacato/movimento operaio e dai bisogni di tutela dei loro interessi (ad esempio della occupazione), così come degli ideali e ideologie (giustizia, uguaglianza, lotta di classe) che hanno attraversato i tempi di cui parliamo (in particolare gli anni '70 e '80)
Circa i Valori, ruolo centrale hanno avuto:
diritti
solidarietà/solidarietà internazionale

Da essi scaturisce l'esigenza del superamento della contraddizione: del manifestare il sabato per esprimere solidarietà ai popoli oppressi da dittature e regimi militari, e lavorare dal lunedì al venerdì per la produzione bellica destinata a quei regimi
Si esplicitava la necessità di: “Convincere i lavoratori del settore sulla validità della distinzione storica fra interessi dei lavoratori e quelli delle lobby dell'industria bellica (Tridente)”
Da qui la collaborazione e la presenza di rappresentanti di movimenti di liberazione nelle fabbriche e la presenza sindacale nel Tribunale Russel

Si esprimono azioni di solidarietà concreta (fuori e dentro le fabbriche belliche), es.:
Scioperi di lavoratori di aziende belliche francesi contro la guerra francese in Indocina (anni '50)
Boicottaggio armi destinate al Cile da parte dei portuali tedeschi (1973)
Boicottaggio del rame cileno in Italia (Trasporti Gottardo Ruffoni di Milano e Lmi di Livorno e Pistoia, ecc.) nei primi anni '70
Queste iniziative, nel sindacato metalmeccanico italiano vengono gestite dalla FLM unitaria

- La produzione militare era destinata in parte alla difesa (e questo non lo si contestava), nella logica della guerra fredda (di questa si contestava l'enorme spreco di risorse che faceva vittime per fame, e la sua possibile degenerazione in olocausto nucleare), e in parte ad un export crescente (dal punto di vista aziendale utili a garantire gli equilibri economici)



Leggi tutto il documento su: https://drive.google.com/file/d/0B6tFyWHpJ2W_RXNBejRaZkhyZGs/view?usp=sharing

lunedì 1 dicembre 2014

Articolo e video di Ecoinformazioni sul Convegno: "L'industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica"


Dopo gli interventi del mattino di Domenico Moro  e di Manlio Dinucci [Leggi l’articolo di Laura Tussi] la sessione pomeridiana del convegno L’industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica (sabato 29 novembre al Castello dei comboniani a Venegono Superiore (Va)) si è aperta con l’intervento via Skype di Alex Zanotelli  (L’immoralità della guerra) e  quello di Ugo Giannangeli (L’illegalità della guerra). All’incontro ha partecipato anche una delegazione del Coordinamento comasco per la Pace. Presto on line sul canale di ecoinformazioni anche tutti gli altri video dell’iniziativa.

 
 


Introduzione di Elio Pagani:

https://www.youtube.com/watch?v=9Za9toV2HoE


Intervento di Alex Zanotelli:

https://www.youtube.com/watch?v=zQD1IJ9U3qU


Intervento di Ugo Giannangeli:

https://www.youtube.com/watch?v=V8gJSBKVVJQ

Interventi del pubblico:
https://www.youtube.com/watch?v=ee8GemRo6JI

https://www.youtube.com/watch?v=SrQZYa0XEU0


Risposte di Alex Zanotelli:

https://www.youtube.com/watch?v=0LIwrLdp9Y8

https://www.youtube.com/watch?v=PgjCt_yY0uk


Intervento di Elio Pagani:

https://www.youtube.com/watch?v=IDs95tCmCT0

Intervento di Filippo Bianchetti (costituzione del forum contro la guerra):
https://www.youtube.com/watch?v=hp-KDhj_D3s

Intervento di Rossana De Simone:
https://www.youtube.com/watch?v=H1Eqn-MIDDI&list=UU1CxuFS6A7kHu_p5uGD8Dbw

https://www.youtube.com/watch?v=rB40XhgQdMU&list=UU1CxuFS6A7kHu_p5uGD8Dbw



FONTE: https://ecoinformazioni.wordpress.com/2014/11/29/a-venegono-con-zanotelli-per-il-forum-contro-la-guerra/